Il trattamento adiuvante consiste in un trattamento aggiuntivo eseguito successivamente alla chirurgia al fine di ridurre il rischio di recidiva, nonostante un apparente controllo della malattia.

Tra i fattori di rischio per la recidiva di malattia annoveriamo

  • un grado ISUP > 2,
  • l’estensione extraprostatica di malattia, in particolare in caso di invasione delle vescicole seminali, e
  • la presenza di margine chirurgico positivo o di metastasi linfonodali all’istologico definitivo.

Radioterapia adiuvante immediata post prostatectomia radicale nei pazienti cN0/pN0

Secondo i dati disponibili in letteratura, la radioterapia adiuvante ha dimostrato un vantaggio in termini di recidiva biochimica nei pazienti ad alto rischio, definiti come pazienti con malattie pT2 ISUP 3-5 e margini positivi o pT3/4 ISUP 3-5.

Tuttavia, negli ultimi anni, grazie alla sempre maggiore diffusione di test ultra-sensibili del PSA, la tendenza è sempre più quella di favorire la radioterapia di salvataggio precoce rispetto alla radioterapia adiuvante, in particolare nei pazienti affetti da tumori pT2 con margini positivi o pT3 con margini negativi, eseguendo uno stretto monitoraggio laboratoristico ed iniziando il trattamento radiante in caso di incremento dei valori di PSA. Studi comparativi tra questi due approcci terapeutici non hanno infatti dimostrato differenze in termini di sopravvivenza libera da recidiva biochimica.

Trattamento adiuvante nei pazienti pN1

Nei pazienti con riscontro di metastasi linfonodali all’esame istologico, la combinazione di prostatectomia radicale e trattamento adiuvante precoce mediante terapia di deprivazione androgenica ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza globale e la sopravvivenza cancro-specifica.

Tuttavia, nei pazienti con solo 1-2 metastasi linfonodali, può essere valutato il solo monitoraggio clinico-laboratoristico alla luce di risultati oncologici favorevoli.

Radioterapia adiuvante associata a terapia di deprivazione androgenica nei pazienti pN1

Alcuni dati in letteratura dimostrano che la radioterapia a livello della loggia prostatica associata a terapia di deprivazione androgenica ha dei benefici nei pazienti affetti da tumore prostatico con metastasi linfonodali all’istologico definitivo.

Chiaramente, l’effetto benefico di tale trattamento è estremamente correlato alle caratteristiche del tumore e maggiormente efficace in caso di <3-4 linfonodi coinvolti e malattie pT3-4 o R1.

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dr. Gabriele Volpi Urologo

Dr. Gabriele Volpi
Consulente Urologo presso l’IRCCS di Candiolo