La stadiazione della malattia prostatica è volta a valutare l’eventuale estensione della neoplasia:
- a livello locale, a carico dei tessuti periprostatici;
- a distanza, in particolare a carico dei linfonodi o delle ossa.
La stadiazione del carcinoma prostatico viene eseguita mediante le indagini di seguito descritte.
Risonanza Magnetica Prostatica
Oltre all’utilità di tale esame a scopo diagnostico al fine di eseguire biopsie mirate, tale indagine ha anche una valenza nella stadiazione locale della malattia. Essa, infatti, permette di evidenziare l’eventuale coinvolgimento da parte della neoplasia della capsula prostatica, dei peduncoli vascolo-nervosi, del tessuto adiposo periprostatico o delle vescicole seminali.
L’esecuzione di questo approfondimento può rivestire un ruolo nel planning chirurgico, in particolare in quanto concerne gli approcci volti a risparmiare i peduncoli vascolo-nervosi.
Tomografia computerizzata dell’addome
La TAC dell’addome è l’indagine di scelta per l’identificazione di eventuali metastasi linfonodali o, più di rado, viscerali (ossia a carico di altri organi, quali ad esempio il fegato).
I linfonodi vengono definiti di aspetto sospetto quando presentano asse corto > 8 mm a livello della pelvi e > 10 mm al di fuori da essa.
Scintigrafia ossea
Si tratta dell’indagine di scelta volta ad indagare l’eventuale presenza di lesione secondarie a livello osseo, sito preferenziale di metastatizzazione del tumore prostatico.
Da quanto si evince dalla letteratura, il rischio di metastasi a livello osseo sussiste in particolare in caso di PSA > 20 ng/mL o di malattia con Gleason Score > 8. Nelle malattie a basso rischio, tale indagine sarebbe pertanto da evitare. L’accurata selezione dei pazienti permette di ridurre il tasso di falsi negativi all’1%, portando la sensibilità vicina al 100%.
In caso di riscontro di lesioni di non univoca interpretazione possono essere eseguiti ulteriori approfondimenti mirati quali radiografie, RM o TC.
PET con colina e PET con radioligandi del PSMA
Sebbene l’esecuzione di tali indagini a scopo stadiativo non sia ancora indicata da parte delle Linee Guida della Società Europea di Urologia (EAU), recenti studi hanno dimostrato come l’esecuzione della PET (in particolare quella eseguita con radioligandi del PSMA), possa fornire un vantaggio al paziente, consentendo un’individuazione precoce di metastasi linfonodali e scheletriche e, di conseguenza, un trattamento tempestivo.
Ad oggi, le Linee Guida della Società Europea di Urologia (EAU), sulla base della stratificazione del rischio della malattia prostatica, raccomandano pertanto l’esecuzione delle seguenti indagini:
- indipendentemente dal grado di rischio: esecuzione di RM prostatica pre-biopsia, anche al fine di eseguire stadiazione locale;
- malattia localizzata a basso rischio: non indicata l’esecuzione di ulteriori indagini a fini stadiativi;
- malattia localizzata a rischio intermedio o ad alto rischio: esecuzione almeno di TC addome completo e scintigrafia ossea.
Dr. Gabriele Volpi
Consulente Urologo presso l’IRCCS di Candiolo
Dr. Alessio Rizzo
Dirigente Medico Nucleare presso l’IRCCS Istituto di Candiolo