Cos’è la prostata

La prostata è un organo che appartiene all’apparato uro-genitale maschile e si trova nella pelvi. Essa è una ghiandola esocrina che secerne una componente del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione.

Cos’è il tumore alla prostata

Il tumore alla prostata nasce normalmente come un nodulo all’interno dell’organo, derivante da cellule anomale che proliferano in maniera incontrollata. La maggior parte delle volte, queste cellule sono di origine ghiandolare, per questo si parla di “adenocarcinoma”, il quale, per definizione, è di natura maligna. 

Quest’ultimo non è da confondere con la patologia benigna prostatica, ossia l’iperplasia prostatica benigna (IPB), che comporta un ingrossamento della parte centrale della ghiandola, l’adenoma, provocando i sintomi urinari che insorgono nella maggior parte degli uomini a partire dai 50 anni di età

Tumore della Prostata

I numeri del tumore prostatico in Italia

In Italia, il tumore della prostata rientra nelle cinque neoplasie maggiormente rappresentate nella popolazione (mammella, colon-retto, polmone, prostata e vescica). 

Tale neoplasia è la più frequente riscontrata nei maschi adulti nei paesi occidentali, in particolare rappresenta da sola il 19,8% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età.

In Italia si è registrata una forte crescita del tumore della prostata, nel 2022 i nuovi casi sono stati 40.500 contro i 34.800 nel 2017, ossia un aumento del 16% in soli cinque anni.

Alla base di questo fenomeno c’è stata, nell’ultimo decennio, una maggiore diffusione del dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA), che, aumentando la probabilità di diagnosticare questa patologia, ne ha profondamente cambiato l’epidemiologia. 

Tasso di sopravvivenza

Sebbene sia al primo posto per incidenza, considerando l’intera popolazione in Italia, il carcinoma prostatico è stato nel 2020 la quarta causa di morte (mortalità del 5,9%), preceduto dai tumori polmonari (mortalità del 18%), della mammella (mortalità del 13,4%) e del colon-retto (mortalità del 10,1%).

Da questo si può dedurre un’eccellente sopravvivenza a 5 e 10 anni, rispettivamente del 91% e del 90% circa.


dr.ssa Cecilia Gatti

dr.ssa Cecilia Gatti
Medico Specializzando in Urologia